All’interno di una vecchia fabbrica degli anni 50 nel cuore di Ottaviano (Napoli) su due livelli da 300 mq ognuno più una suggestiva terrazza, nasce questo imponente complesso macelleria/paninoteca.
La progettazione di questo spazio ha avuto l’obiettivo di soddisfare 4 sensi:
– Vista: differenti piani di luce, l’armocromia dei diversi ambienti e la commistione di forme organiche e razionali che si coadiuvano nella definizione degli spazi
– Tatto: differenti texture, spaziando dalla morbidezza e al calore del velluto alla durezza della pietra e dei marmi.
– Udito: riverbero e suoni
– Olfatto: profumi inebrianti
– Gusto: non è un senso che si può sviluppare nella progettazione degli interni, in genere, ma nel caso della progettazione di spazi per il ristoro, possiamo completare il quinto senso con l’ausilio dello chef.
Il piano terra ospita la macelleria, a cui si è voluto dare una connotazione di una vera e propria gioielleria con chiara ispirazione alle boutique di carne del nord Europa. L’ingresso del piano terra si presenta come un enorme ambiente refrigerato, totalmente vetrato, da cui si possono ammirare le pezzature di carne selezionate dallo chef. Superato l’ingresso si dischiude il cuore del progetto: la macelleria con annesso bar per gli aperitivi a base di carne cruda. Per la progettazione di questi ambienti, ci siamo ispirati alle vecchie macellerie in cui i marmi erano i protagonisti assoluti; da quelli più preziosi come l’onice, utilizzato per rivestire le celle frigorifere, a quelli più decorativi come il forest brown utilizzato per rivestire i banchi. L’elemento decorativo più caratterizzante lo spazio nella sua totalità è la pavimentazione, con una geometria che è a metà tra una greca ed un intreccio con una forte connotazione estetica, al fine di rendere la superficie unica nel suo genere
Al primo piano è presente una paninoteca gourmet, capitanata da chef di eccellenza e con un menù sicuramente sui generis. La sala presenta una grande cucina a vista con un tappeto di pietra lavica decorata dalla texture metallica che armonizza e riscalda uno spazio così grande, trasmettendo una sensazione di calore e raccoglimento.
Io credo che ci sia molta attinenza tra il lavoro dello chef e quello dell’architetto: come in cucina si miscelano gli ingredienti, lo stesso si fa nella progettazione attraverso la contaminazione dei vari elementi, tenendo sempre sotto controllo il bilanciamento dello spazio nella sua completezza
Michele Piccolo